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lunedì 18 marzo 2013

La vita che ho sognato di Mariangela Camocardi



libreria
livello sensualità basso

oggi la nostra cara Maria Grazia ha letto per noi

La vita che ho sognato di Mariangela Camocardi

La storia non è male, ma i tanti personaggi uniti dal filo della trama si sono presentati ai miei occhi alcuni con fastidio, altri con simpatia. Le donne sono molto dure, hanno un passato sofferto, e hanno creato in me sentimenti di rabbia per quello che hanno subito; gli uomini delle 2 ultime generazioni sono profondamente innamorati ma sono stati respinti: uno da Fania, madre della protagonista, che, per ubbidire totalmente ai propri genitori, ha rinunciato al suo grande amore; l'altro è stato respinto da Alina, la protagonista, per ben 2 volte: la prima per nascondere un segreto, un dramma (che poi si scopre non lo è), la seconda volta, per orgoglio ...
Il libro racconta anche la storia "privata" di personaggi minori, che secondo me non era strettamente necessario (tipo la veggente) togliendo spazio a spiegazioni e approfondimenti che avrebbero dato giustizia a Fania, che è stata ben manipolata dal prete, dal marito e da sua madre... I "cattivi" della storia se la sono cavata con un proprio autopentimento senza nemmeno chiedere scusa a coloro a cui avevano fatto del male (e questo a me non va proprio giù). Il papà della protagonista, che ha molte pecche e che si scoprono alla fine, non ha avuto nei riguardi di Fania nessun pentimento, ma ha seguito la sua logica convinto delle sue ragioni e viene eliminato dal romanzo in maniera molto veloce e superficiale.
Il libro è imperniato sulla sofferenza di queste donne e il finale, secondo, me, non rende giustizia alle "eroine" di questo romanzo. Anche se Fania all'inizio non aveva tutta la mia simpatia, poi l'ho capita e mi è piaciuta più della protagonista.
Questo romanzo è ambientato nei nostri ultimi anni, ma mi ha ricordato Liala, una scrittrice in voga negli anni '50 e '60, e non mi ha dato la sensazione della modernità, ma appoggiato a un passato tipico degli anni suddetti... Un drammone con un lieto fine, ma per me, disarticolato.. 
De gustibus non est disputandum[


oggi pesce! Pesce del LAgo di Garda...

Le aole marinade a la gardèsana

Ingredienti: 500 g. di aole, 100 g. di farina, ½ litro di olio extravergine di oliva (del Garda) Per la marinata: 1 spicchio di aglio, un mazzetto di prezzemolo, 1 bicchiere di aceto di vino bianco, sale.
Procedimento: Dopo aver ben lavato il pesce, scolarlo e asciugarlo con cura. Infarinarlo e friggerlo in abbondante olio extravergine di oliva. Man mano che il fritto è pronto farlo asciugare su carta da cucina, lasciarlo raffreddare. Stenderlo in un’ampia terrina e cospargerlo con un trito di aglio e prezzemolo, poi ricoprire con l’aceto e aggiustare di sale. Lasciare marinare per un giorno.

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